Le macine
Il vecchio mulino conta due macine attualmente operative per cui possiamo parlare
de – i mulini- destinati alla macinazione di cereali differenti.
Le nostre pietre infatti, l’una naturale
l’altra assemblaggio di quarzite, hanno superfici di lavoro differenti: l’una rigata (generalmente detta da grano)
l’altra bocciardata (generalmente detta da mais o da “meliga”).
Il mulino inteso come impianto nasce elettrico:
un motore aziona la trasmissione e questa ingrana le macine, governate dall’abilità del mugnaio che con un volante
distanzia le pietre determinando così la consistenza della farina.
L'arte del mugnaio
Durante la macinazione nel Vecchio Mulino ogni rumore richiama al lavoro, alla regolarità del funzionamento o alle eventuali anomalie e allo stesso tempo gli odori e i profumi che sprigionano dalle macine descrivono al mugnaio “qualcosa” delle proprietà del cereale che si sta trasformando.
La rabbigliatura
Annualmente, sulle orme della tradizione, ci occupiamo della pulizia delle macine
e della loro rabbigliatura e ribattitura, mettendo le pietre a “nudo”.
La rabbigliatura è l’arte del
ribattere la pietra della macina livellandola, segnandone i canali e ravvivandone le superfici allo scopo
di ottimizzare la resa produttiva del mulino.
Gli utensili impiegati per la rabbigliatura sono quelli
che i nostri antenati ci hanno consegnato, svariate martelline intercambiabili con profili a taglio o a
punto secondo gli scopi, con cui le pietre vengono picchiettate sulle orme dei movimenti
semplici e cadenzati di un antico mestiere.
Il gusto della tradizione
Qui nel Vecchio Mulino il passato e il presente si vogliono incontrare, trovando in Pietro e Ludovico la volontà e il piacere di raccontare e far rivivere in chiave moderna una arte fondamentale per la vita dell’uomo.